di Francesca Birardi
Molto spesso viene erroneamente chiamata “alga” ma in realtà la Posidonia oceanica è una pianta a tutti gli effetti e vive esclusivamente nel Mar Mediterraneo.
Il suo nome è un chiaro omaggio a Poseidone, dio del mare venerato nell’antica Grecia, ed è per questo che alcuni pensano che in realtà questa pianta marina si chiami Poseidonia invece che Posidonia come l’aveva nominata Linneo, biologo svedese vissuto nel 1700, inventore della nomenclatura binomiale delle specie.
Proprio come le piante terrestri la Posidonia ha radici, fusto (detto rizoma) e foglie attraverso le quali effettua la fotosintesi arricchendo d’ossigeno il nostro mare; per questo viene considerata come il “polmone del Mediterraneo”, esattamente come la foresta Amazzonica lo è per l’intero pianeta Terra. Ma non solo: la Posidonia ha anche fiori e frutti. Il frutto viene comunemente chiamato “oliva di mare” in quanto assomiglia molto, per forma e colore, ad un’ “oliva terrestre”.
L’ intreccio dei rizomi e delle lunghe foglie nastriformi, che riescono addirittura a rallentare il moto ondoso, costituisce un luogo di riparo per pesci e invertebrati marini, dove possono trovare anche cibo in abbondanza costituito da piccoli animali ed alghe che usano le foglie e i rizomi della Posidonia come supporto e che sono detti “epifiti”. I rizomi, inoltre, assieme alle radici riescono a trattenere il sedimento proteggendo così i litorali sabbiosi e prevenendo una loro eventuale erosione. Anche le foglie secche spiaggiate contribuiscono a prevenire l’erosione delle nostre spiagge, oltre a costituire complessi ecosistemi che devono essere protetti.
Le foglie di Posidonia col tempo si distruggono e si sfibrano; le fibre, trasportate dalla forza delle onde, si riuniscono in strutture globose che si chiamano “egagropile” o “pilae marine”, che non sono altro che quelle “palline” fibrose che si trovano lungo le spiagge.
«Mantenere piante di Posidonia in una vasca» – ci spiega Rossano Chipa, che all’Acquario dell’Argentario si occupa di manutenzione delle vasche – «è difficile, ma non impossibile: bisogna stare soprattutto attenti a fornire loro il tipo di luce giusta e a non superare determinate ore di irradiazione a seconda della stagione, in più bisogna assicurarsi che in vasca ci sia sempre una buona circolazione e un ricambio veloce dell’acqua».
Negli ultimi anni, purtroppo, si sta assistendo alla regressione, per lo più dovuta all’inquinamento, di molte praterie di Posidonia che colonizzano la nostra fascia costiera e considerando il ruolo importante che questa pianta ha nell’ecosistema del Mediterraneo è stata dichiarata specie protetta.
È possibile ammirare alcune piante di Posidonia nella vasca dell’Acquario di Porto Santo Stefano che rappresenta il piano Infralitorale superiore.