di Francesca Birardi
Molto spesso queste due parole sono erroneamente utilizzate come sinonimi per indicare i cefalopodi del genere Octopus; c’è addirittura chi pensa che “polipo” sia la forma più erudita e corretta di “polpo”.
Non c’è niente di più sbagliato: infatti il polpo ed il polipo, sebbene i loro nomi siano entrambi derivanti dal greco e significhino letteralmente “dai molti piedi”, sono due animali completamente diversi.
I polipi sono animali appartenenti al Phylum degli Cnidari. Sono organismi sessili (cioè vivono attaccati al fondo), il cui corpo ha la forma di sacco cilindrico con parete a doppio strato, all’interno del quale si trova la cavità digerente; nella parte apicale si inseriscono i tentacoli che circondano la bocca. I polipi possono raggiungere dimensioni variabili a seconda della classe a cui appartengono.
Bisogna fare una distinzione tra Cnidari che durante la loro vita presentano uno stadio polipoide giovanile e quelli esclusivamente polipoidi. La classe degli Scifozoi, di cui fanno parte le Meduse, appartiene alla prima tipologia. Questi animali, infatti, prima di diventare pelagici attraversano una fase giovanile in cui hanno forma di polipo e vivono, quindi, attaccati al fondo; i polipi si riproducono asessualmente fino alla trasformazione in medusa. Invece fanno parte della seconda tipologia gli Anemoni di mare e i Coralli entrambi appartenenti alla classe degli Antozoi, suddivisa a sua volta in due sottoclassi: Ottocoralli, con polipi che possiedono 8 tentacoli (ad esempio le Gorgonie) ed Esacoralli, che hanno 6 o multipli di 6 tentacoli (come Anemoni ed Attinie). Gli Cnidari possiedono delle particolari cellule urticanti, dette cnidociti per lo più situate nei tentacoli.
Il polpo invece è un mollusco cefalopode (phylum Mollusca, classe Cephalopoda) privo di conchiglia; possiede otto braccia, che possono avere una o due file di ventose a seconda della specie. Al centro della corona di tentacoli si trova la bocca che termina con un becco corneo che serve per rompere i gusci delle conchiglie o le corazze dei crostacei di cui l’animale si nutre. I polpi riescono a muoversi molto rapidamente espellendo con forza l’acqua attraverso un sifone e sono molto abili a mimetizzarsi grazie alla contrazione e decontrazione di particolari cellule, che contengono pigmenti, chiamate cromatofori. In più possiedono la cosiddetta ghiandola del nero che secerne un liquido scuro che consente all’animale di sfuggire all’attacco dei predatori.
Nell’Acquario di Porto S. Stefano è possibile vedere dei bellissimi esemplari di Gorgonie rosse, gialle e bianche in quasi tutte le vasche della struttura; il ricambio continuo di acqua all’interno delle nostre vasche fa sì che questi organismi coloniali si sviluppino in tutta la loro bellezza e godano di ottima salute.
Inoltre è possibile ammirare un bellissimo esemplare di Octopus vulgaris in una delle quattro vasche del piano di osservazione situato a destra dell’ingresso.